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Lo spettacolo “La grande menzogna” sarà in scena a “Teatri di Naso” domenica 27 ottobre: il giudice Paolo Borsellino racconta in prima persona la sua tragedia

Domenica prossima, 27 ottobre, andrà in scena per la rassegna “Teatri di Naso” il primo spettacolo in abbonamento dopo l’intervallo estivo, certamente uno dei più attesi. “La grande menzogna”, scritto e diretto da Claudio Fava e interpretato da David Coco, arriva nel teatro Vittorio Alfieri del Comune nebroideo (appuntamento alle ore 17,30) dopo aver ottenuto un grande successo in tutta Italia. Lo spettacolo, prodotto da “Nutrimenti Terrestri”, è uno dei più interessanti esempi di teatro sociale e politico, capace di mantenere alla ribalta una delle pagine italiane (e siciliane) più tragiche, cui ancora manca il traguardo della verità, che sarebbe invece quanto mai necessaria.

Come si legge nelle note di regia di Fava, «“La grande menzogna” è il furto di verità che il Paese ha subìto sulla morte di Paolo Borsellino, ridotta ormai a un garbuglio di menzogne, finti testimoni, amnesie, sorrisi furbi, processi viziati, infiniti silenzi e sfacciate, sfacciatissime menzogne».

«Il testo – continuano le note – non porta in scena la narrazione minuziosa del depistaggio, perché non vuole essere un’operazione di teatro pedagogico della memoria: è anzitutto un’invettiva. E protagonista ne è lui, Borsellino: raccontato non più – come cento volte si è fatto – nell’agonia e nella morte, ma nella condizione risolta di chi non c’è più. E vuol riepilogare le cose accadute, con il divertito distacco di chi è ormai oltre e altrove. Un Borsellino picaresco, sfrontato, rabbioso, lucido, imprevedibile, mai mesto. La sua invettiva non ha come obiettivo mafie e manovali mafiosi, bensì noi. Il buon pubblico dei vivi, dei giusti, degli addolorati, dei falsi penitenti, degli irrimediabili distratti. Alla banalità del male, la voce del giudice sostituisce la banalità del bene, la sua ovvietà, il comodo rifugio di chi inventa eroi ed eroismi per non accorgersi che della verità viene fatto scialo sotto i suoi occhi. “In questo paese fa comodo a tutti pensare che dietro la mafia ci sia solo mafia. Che le ombre sono solo macchie di luce. Che dopo ogni notte ritorna il giorno, e si porta via i pensieri storti, i sospetti, i silenzi…” dirà Borsellino, tra le ultime battute, in un dialogo immaginario con noi e con sua figlia Fiammetta. Finale aperto, restituito allo spettatore: “E voi che dite? Ce le facciamo bastare queste cose? Io sono morto, ma voi no. Tocca a voi decidere. Allora, che facciamo, ce la mettiamo una pietra sopra?”».

La rassegna, in scena nel Teatro Vittorio Alfieri, proseguirà poi il 17 novembre con “La locandiera, esprit de pomme de terre”, scritto e diretto da Andrea Saitta.

“Teatri di Naso” si avvale dell’organizzazione dell’associazione “Castello di Sancio Panza”, del sostegno di Latitudini, rete di drammaturgia siciliana, della direzione tecnica di Stefano Barbagallo e della grafica di Riccardo Bonaventura.

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