“Rinascere”, le espressioni artistiche di Rosa Rigano al Teatro Vittorio Emanuele. La pittura si fa rito silenzioso, attraversamento emotivo e al tempo stesso gesto consapevole. La sua nuova mostra, “Rinascere”, è un percorso visivo e interiore che ci conduce nei territori fragili e potentissimi della natura e dell’anima.
Le opere esposte parlano il linguaggio arcaico dell’encausto, una tecnica millenaria che Rosa Rigano ha scelto non solo per la sua forza espressiva, ma per l’intimo legame che stabilisce con il tempo e la memoria. L’encausto – dal greco enkaustikḗ, “bruciare dentro” – consiste nell’utilizzo di pigmenti mescolati con cera d’api, stesi a caldo su tavola o tela, e successivamente fissati con il fuoco. Il risultato è una superficie viva, vibrante, fatta di stratificazioni materiche che trattengono e diffondono la luce con una profondità inconfondibile.
Non è un caso che Rosa abbia scelto questa tecnica antica per parlare di rinascita: nell’encausto, ogni passaggio richiede attesa, precisione, cura. La materia va scaldata, accolta, accompagnata. Nulla si impone. Tutto si svela.
La sua pittura si muove fra radici, foglie, fioriture e cicatrici del paesaggio, senza mai cedere al naturalismo descrittivo. I suoi soggetti non sono la natura, sono la sua energia interna, la sua voce spezzata e il suo sussurro di resistenza. In ogni quadro, una forma che rinasce. In ogni segno, un’eco di trasformazione.
“Rinascere”, allora, è molto più che un titolo: è una dichiarazione di intenti. È la testimonianza di un tempo in cui l’arte non deve urlare per essere ascoltata. Basta che respiri.
Le opere di Rosa Rigano sono questo: atti di respiro, di luce, di delicatezza ferma. In un’epoca dominata dalla frenesia e dalla dimenticanza, la sua arte ci invita a ricordare che ogni rinascita passa dal fuoco, ma rinasce dalla cera, dalla cura, dal gesto che protegge.
Messina, al Teatro Vittorio Emanuele “Rinascere”: la mostra di pittura di Rosa Rigano come atto d’amore e resistenza
