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Gioiosa Marea (ME), nel borgo di San Giorgio la “Festa della Tonnara” per celebrare una tradizione plurisecolare

Una tradizione antichissima, risalente al 1060 circa e che per secoli ha rappresentato il pilastro dell’economia del borgo marinaro di San Giorgio (Gioiosa Marea). È la pesca del tonno, le cui radici affondano nel medioevo, ai tempi del regno del Gran Conte Ruggero I di Sicilia. Per far conoscere e divulgare una tradizione che ha connotato per secoli l’importante frazione gioiosana, l’associazione “Vivi San Giorgio” organizza la “Festa della Tonnara”, giunta all’undicesima edizione. L’evento si terrà domenica 29 giugno ed è organizzato in collaborazione con la Pro Loco di San Giorgio e con il patrocinio del Comune di Gioiosa Marea.

Il programma della manifestazione prevede l’esposizione di vari reperti e attrezzi utilizzati per la pesca del tonno e attualmente custoditi nel piccolo Museo della Tonnara realizzato dal Gac “Golfo di Patti”. Spazio anche a degustazioni di prodotti tipici a base di tonno e ad attività d’intrattenimento. Alle 19,00 si terrà un convegno dal titolo “San Giorgio: mare e tradizioni”, mentre alle 21,30 l’orchestra “XXL” proporrà uno spettacolo musicale gratuito.

«L’evento – riferiscono i responsabili dell’associazione “Vivi San Giorgio” – punta a salvaguardare e rivalutare una tradizione antichissima, legata alla storia millenaria della Sicilia. La storia di San Giorgio, in particolare, è indissolubilmente legata a quella della sua tonnara e la pesca del tonno ha rappresentato per secoli il pilastro dell’economia del borgo. Con questo evento intendiamo riscoprire le nostre radici e rafforzare, soprattutto nei giovani, quel senso di appartenenza alla propria comunità e quel desiderio di partecipare attivamente alla crescita del proprio territorio».

Nonostante la tradizione fosse già presente ai tempi di Ruggero I d’Altavilla, le prime notizie dettagliate sulla pesca del tonno a San Giorgio si hanno a partire dal 27 Giugno 1407, quando Re Martino autorizzò la famiglia Orioles a “calare” la tonnara. Gli Orioles la mantennero fino al 1584, anno in cui morì don Cesare, ultimo barone della famiglia. Da allora la pesca del tonno ha caratterizzato l’economia del piccolo centro marinaro, fino agli inizi degli anni sessanta del secolo scorso. Tra le tonnare dell’Isola, quella di San Giorgio godeva di un certo prestigio ed era il vanto dei “tonnaroti sangiorgioti”, che ne esaltavano la potenza rispetto alle vicine tonnare del Tono di Milazzo e di Oliveri.

Oggi di quella cultura marinara, che ha resistito fino al 1963, non restano che alcuni brandelli dell’opificio tardo-ottocentesco dei Conti Cumbo Borgia, che comprendeva il palazzo come residenza estiva degli stessi e, a piano terra, i magazzini per il ricovero di barche e reti, nonché per lo stoccaggio, la pesatura, la pulitura e la lavorazione dei tonni. Proprio di fronte all’edificio si estende il tratto di mare in cui, un tempo, aveva luogo la mattanza. A ricordo dell’antica tradizione, ancora oggi è possibile ammirare ancore di enormi dimensioni e alcuni galleggianti, oltre ai resti di un grosso palischermo, molti dei quali giacciono ancora sull’arenile in attesa di essere recuperati e restaurati.

 

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