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UniMe, presentato in Aula Magna il Rapporto Regionale della Banca d’Italia “Economie regionali. L’economia della Sicilia”

L’Aula Magna del Rettorato, stamane, ha ospitato l’incontro “Economie regionali. L’economia della Sicilia”, durante il quale è stato presentato il rapporto regionale della Banca d’Italia. Un documento che riassume i risultati dell’attività di ricerca svolta a livello locale, con cui l’Istituto intende contribuire ad accrescere la conoscenza delle dinamiche di sviluppo del sistema economico della Regione Siciliana.

I lavori sono stati aperti dai saluti della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari, del Direttore del Dipartimento di Economia, prof. Gaetano Barresi, e della Direttrice della Sede di Palermo della Banca d’Italia, dott.ssa Milena Caldarella.

“Il Rapporto della Banca d’Italia – ha esordito la Rettrice – rappresenta un lavoro di alto valore analitico e strategico, da cui emerge come la nostra Regione sia una realtà dinamica ed in crescita. Le Università siciliane stanno lavorando intensamente nell’ambito del trasferimento tecnologico, incentivando tutto ciò che vi è connesso ed in particolare le start up, che in Sicilia dimostrano buoni tassi di crescita. Il nostro Ateneo sta compiendo molti investimenti per i percorsi di formazione giovanile in ambito STEM e sta lavorando per il settore dell’IA, in coerenza con quanto mostrato dal Rapporto. Il futuro ci potrà condurre ad una complementarità virtuosa tra innovazione, tecnologia e capitale umano per offrire un’offerta formativa e di ricerca competitiva”.

“Questo Rapporto – ha aggiunto il prof. Barresi – offre al Dipartimento di Economia spunti di confronto accademico e istituzionale interessanti, che ci consentiranno di predisporre sinergie utili per il territorio e la nostra Regione”.

“Per la Sicilia – ha detto la dott.ssa Caldarella – il 2024 è stato un anno positivo in cui l’attività economica è cresciuta del +1,3 per cento in misura meno intensa rispetto all’anno precedente, ma più robusta rispetto all’Italia (+0,7 per cento). Tutto ciò è stato possibile grazie all’espansione occupazionale registrata. Il quadro relativo alle Università siciliane evidenzia, oltretutto, un dato importante relativo allo sviluppo dell’offerta formativa che si è evoluta per rispondere alle esigenze del mondo del lavoro e di una società in continua trasformazione. In particolare, è stata rappresentata una forte crescita dei corsi di tipo STEM, alla base delle conoscenze utili a generare una innovazione fondamentale per il futuro della Regione Siciliana. I dati indicano una incidenza di circa il 60 per cento dei Dipartimenti STEM rispetto al totale regionale; tale incidenza è pressoché uguale al dato del Mezzogiorno, ma superiore rispetto al Paese. La crescita, avvenuta nell’arco di una decina d’anni, è il manifesto per eccellenza dello sforzo compiuto dalle Università dell’Isola per la formazione di giovani proiettati ad un domani sempre più innovativo”.

Il rapporto, invece, è stato presentato dai dott.ri Antonio Lo Nardo, Giuseppe Saporito e Cristina Demma (Divisione Analisi e ricerca economica territoriale, Banca d’Italia – Sede di Palermo).

“Nel 2024 – ha commentato il dott. Lo Nardo – l’attività economica in Sicilia ha rallentato, pur continuando a crescere a ritmi più sostenuti rispetto alla macroarea e all’Italia: secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER), come anticipato dalla dott.ssa Caldarella, il prodotto è aumentato dell’1,3 per cento in media d’anno. Inoltre, l’andamento positivo del mercato del lavoro ha, in ogni caso, sostenuto il reddito delle famiglie siciliane. Nel 2024 secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro (RFL) dell’Istat l’occupazione siciliana ha continuato ad espandersi. La crescita, pari al 4,6 per cento, è stata meno intensa rispetto all’anno precedente (5,5 nel 2023), ma ancora ampiamente superiore a quella media nazionale e del Mezzogiorno (rispettivamente, 1,5 e 2,2 per cento)”.

Il tema del mercato del lavoro, insieme a quelli dell’occupazione giovanile, del sistema universitario, degli investimenti nelle nuove tecnologie, dell’Intelligenza Artificiale e non solo sono stati approfonditi dai dott.ri Saporito e Demma. Contestualmente, i dati di maggior rilevanza testimoniano che il mercato del lavoro si è rivelato il settore che a livello regionale ha dato le maggiori soddisfazioni nel breve e medio termine. Il +4,6 per cento di crescita occupazionale – come evidenziato dal dott. Saporito – per la Sicilia rappresenta un dato che, nel 2024, triplica la media nazionale. A tutto questo si aggiunge un aumento delle contrattualizzazioni a tempo indeterminato e una crescita del lavoro femminile, con un divario uomo-donna ancora stimato al 24 per cento. La popolazione occupata si attesta al 47 per cento, risultato ancora inferiore alle medie nazionali.

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