«Non possiamo voltare le spalle a chi si ritrova espropriato e stravolto da una scelta del Comune di Messina risalente al 2010». Un’interrogazione profonda e necessaria sulle conseguenze urbanistiche e sociali dell’attuale progetto del Ponte sullo Stretto. È questo il cuore della proposta “Salva Contesse” avanzata dal consigliere comunale Raffaele Rinaldo, del gruppo “Con De Luca per Basile”, con una formale richiesta di convocazione della Commissione consiliare “Ponte sullo Stretto”.
«Contesse è diventata, suo malgrado, il simbolo di una scelta pianificata nel 2010 che oggi presenta gravi criticità», dichiara Rinaldo. Nel mirino c’è una precisa decisione assunta il 25 gennaio 2010 dalla Commissione consiliare “Ponte sullo Stretto”, con la delibera n. 5/C, che approvava un documento con proposte e varianti al tracciato ferroviario.
Quel documento, poi trasmesso con nota n. 18660 del 1° febbraio 2010 dall’allora sindaco pro tempore alla Società Stretto di Messina e a RFI, prevedeva, tra le altre modifiche, lo spostamento della nuova stazione ferroviaria da Gazzi/Maregrosso all’abitato di Contesse.
Una variante che oggi, a distanza di oltre quindici anni, rischia di far ricadere sull’intero villaggio di Contesse un peso insostenibile in termini di espropri, demolizioni, movimentazione mezzi e trasformazione del tessuto urbano.
«Parliamo di una zona già duramente provata dai cantieri del raddoppio ferroviario – prosegue Rinaldo – dove decine di famiglie, attività commerciali e piccoli proprietari rischiano di essere espropriati e sfrattati, senza aver mai immaginato che un simile scenario potesse colpirli. Nessuno avrebbe mai pensato che Contesse potesse diventare uno dei cantieri più imponenti legati alla realizzazione del Ponte sullo Stretto,
Città di Messina nonostante si trovi dalla parte opposta della città rispetto al punto in cui nascerà l’opera principale.
È per questo che, con spirito costruttivo, propongo di riaprire il confronto tecnico e politico su una variante più equa, più razionale e più rispettosa della vita delle persone».
Nello specifico, la proposta “Salva Contesse” si articola in due ipotesi:
1. Ritornare al tracciato originario del progetto preliminare del CIPE (delibera n. 66 del 1° agosto 2003), che prevedeva l’uscita della nuova linea ferroviaria nella zona di Gazzi/Maregrosso, priva di insediamenti residenziali e meno impattante;
2. In alternativa, valutare la possibilità tecnica di intercettare l’esistente galleria dei Peloritani, che collega il versante tirrenico con Gazzi, sfruttandola per collegare direttamente il tracciato ferroviario alle nuove stazioni urbane (Europa, Annunziata, Papardo), evitando così l’attraversamento forzato di Contesse.
«Durante un sopralluogo nell’area con i tecnici della Società Stretto – racconta Rinaldo – alcuni cittadini hanno fatto emergere un’osservazione intelligente, concreta, utile. È da lì che nasce la seconda ipotesi: usare l’infrastruttura già esistente per ridurre scavi, contenere i costi, ma soprattutto tutelare chi vive e lavora in questo quartiere».
La richiesta è stata indirizzata al Presidente della VII Commissione AVV. Giuseppe Trischitta, al Sindaco Federico Basile, al Vicesindaco Salvatore Mondello e al Presidente del Consiglio comunale Sebastiano Pergolizzi, con l’invito a convocare un’audizione urgente con i tecnici di RFI, Italferr e Società Stretto di Messina.
«Questa – conclude Rinaldo – non è una battaglia ideologica contro il Ponte, ma un gesto di responsabilità verso una comunità che oggi si sente dimenticata. Contesse non può diventare il secondo cantiere più grande di Messina solo per una decisione vecchia di 15 anni. Chi oggi decide il destino di quest’opera, ha il dovere di ascoltare, se il caso correggere e tutelare i cittadini. E oggi è il momento giusto per farlo».