Pippo Baudo, nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, è stato uno dei volti più iconici e longevi della televisione italiana. Con una carriera che ha attraversato oltre sei decenni, ha condotto tredici edizioni del Festival di Sanremo e decine di programmi di successo come Canzonissima, Fantastico, Domenica In e tanti altri. Ho avuto il piacere di incontrarlo più di una volta a Milano: la prima negli studi Rai di via Mecenate, quando, alla mia richiesta di un saluto e di una foto, ha riconosciuto il nostro accento siciliano e mi ha chiesto se fossi siciliano come lui. Gli risposi che ero di Messina e lui replicò con orgoglio di essere nato proprio a Militello in Val di Catania. L’ultima volta lo incrociai alla stazione Centrale, al termine di un viaggio Roma–Milano: sempre cordiale e gentile, un vero Signore.
Si è spento di sabato sera, in ospedale della Capitale, il 16 agosto, nel giorno nell’ora in cui amava andare in onda, all’età di 89 anni. Come tutti i grandi nomi dello spettacolo, per me era un personaggio di famiglia: entrava nelle nostre case con la sua eleganza, la sua cultura e la sua professionalità. Amavo in particolare Luna Park, il preserale di Rai 1 che conduceva con garbo e passione. Adesso lo immagino insieme al grande Corrado, a Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, a Maurizio Costanzo, Mike Bongiorno, Fabrizio Frizzi e con la mia amata Raffaella Carrà — un autentico firmamento di stelle che hanno scritto la storia della televisione italiana.
Concludo con un sentito ringraziamento per il suo lavoro: grazie, Pippo, per ogni sorriso regalato, per la capacità di unire generazioni, per aver elevato l’intrattenimento a servizio pubblico con eleganza, garbo e talento. Il tuo lascito resta un patrimonio prezioso per tutti noi.
