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Il rap del messinese Iastimo è “Tutto normale”, il nuovo album in uscita il 4 ottobre

Tutto normale” è il titolo del nuovo album di Iastimo prodotto da Farina, disponibile da venerdì 4 ottobre pubblicato da Orangle Records.
Il rapper messinese sceglie di affrontare temi scomodi direttamente legati alla sua storia personale, in primis la disabilità vissuta nel quotidiano. “Tutto normale” è un viaggio e una provocazione che trae ispirazione dal vissuto, spaziando dal bullismo ai social media fino alla politica. Ad affiancarlo in questo nuovo progetto l’amico di sempre, l’MC e produttore Farina, che si è occupato della produzione dell’intero progetto, conferendo all’intero album un concept sonoro che è l’incontro del vecchio col nuovo. Suoni cupi prettamente hardcore si uniscono a beat più moderni tipici dell’HipHop contemporaneo, dove le sue barre sgorgano dal profondo.
Il disco si apre con un mix di due pezzi che affrontano la disabilità in modi differenti: “Capocomico” vuole in qualche modo esorcizzare la condizione del disabile. Una cassa dritta e un loop di piano descrivono una scena tragicomica; il boom bap di “Zoppo” invece porta con sé una consapevolezza dei propri mezzi, trasformando quelli che sono punti deboli in capacità diverse dal comune. “Alfabeto denso” è più un pensiero, una considerazione su quanto sia veloce la lingua. Su un’orchestrazione di archi le rime di Iastimo e dell’ospite Moskillz raccontano un gap linguistico con le nuove generazioni. La politica non può mancare al centro di un discorso sociale, “Bravo Presidente” è la traccia che maggiormente affronta questo tema. Una lettera a un ipotetico Presidente, piena di collera per le cose non fatte e quelle fatte tra synth e tastiere.
Tutto normale” oltre a dare il titolo al progetto è sicuramente la traccia della vita vissuta dall’artista, dove tutto è assolutamente non normale, ma lui l’ha sempre affrontata come se lo fosse. In un’atmosfera cupa e malinconica, Iastimo punta il dito verso la società e la politica, che poco si occupano di questa “anormalità”, lasciando così soli tutti quelli che vivono questa situazione. “Cerebro” prende di mira, con una certa sconfitta, i più piccoli che ormai scelgono sempre la via più facile per fare soldi. Su una produzione dal gusto retrò, l’artista ammonisce tutti quelli che scelgono la strada delle mafie e della delinquenza. “Scalino” di sicuro è il pezzo più spensierato, anche grazie alla combo con Jareed. Su un piano dal tocco jazz ripercorre, in qualche modo, quella che era la scena Hip-Hop tra la fine dei ’90 e gli inizi dei 2000 a Messina. Scalino da l’input alla traccia successiva, “Semplice”, che come il titolo suggerisce si aggrappa alla semplicità, musicale e di valori. Tra ritmi scomposti e beat minimali, mette alla luce quel modo di pensare, di vivere, che pian piano si sta perdendo e ricadendo nelle dipendenze di vecchie droghe. “Fasi” è una traccia dedicata a sua madre, che fin da giovane ha dovuto affrontare il mondo con un bambino disabile. Una ragazza madre, che ha visto la vita stravolgersi. Un viaggio che racconta delle varie fasi della vita su bassi potenti e ricchi di groove. In un’atmosfera carica di tensione, “Massificati” è una provocazione contro chi dalla TV, dai social o da qualsiasi altro mezzo di controllo di massa viene soggiogato. “Love audio” è un inno alla musica e alla cultura Hip Hop. Con la collaborazione di Fantomas, vecchio rapper attivo già dai primi anni ’90 nella band Fuori Fase, ci raccontano dell’amore verso questa cultura su una produzione ritmata e scandita da una tastiera dal gusto classico.  “Social fiction” è un’estensione della traccia Massificati. Su un campionamento bluesy, racconta di quanto siano finti i rapporti vissuti nei social, e nonostante le persone abbiano coscienza di ciò, gli affidano parte della loro vita. Ed è il quadro delle ultime tracce a portare in scena un mondo “Orrendo”.  Qui il registro sonoro strizza l’occhio all’electro, dove gli scambi culturali, le opinioni e i vari modi di socializzare si sono ridotti, negativamente, a banali “chiacchiere da bar”.

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