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S. Stefano di Camastra (ME), obbligo di dimora nei confronti di due soggetti ritenuti responsabili del reato di truffa aggravata in concorso

Nei giorni scorsi, personale della stazione Carabinieri di Santo Stefano di Camastra, coordinata dal Magg. Angelo SALICI, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale Ordinario di Patti, dott. Eugenio ALIQUO’, su richiesta dalla locale Procura della Repubblica, nei confronti di due soggetti.

In particolare sono stati raggiunti da ordinanza di applicazione dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, con prescrizione di non allontanarsi dalla propria abitazione in determinate fasce temporali, R.V. e U.G., conviventi, entrambi residenti in Santo Stefano di Camastra, ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro, del reato di truffa aggravata su tutto il territorio nazionale, commesso ai danni di molteplici individui (ben sette persone offese), in un arco di temporale compreso dall’anno 2020 fino all’anno 2022.

Nello specifico, è stata contestata agli odierni indagati la commissione, secondo un collaudato e redditizio modus operandi, di almeno cinque operazioni truffaldine commesse attraverso l’utilizzo di strumenti informatici, tali da indurre in errore le potenziali vittime ignare delle “effettive intenzioni truffaldine di chi offre in vendita beni senza alcune intenzione di consegnarli”.

Lo schema delittuoso, ormai ben collaudato, consisteva nel proporre in vendita, attraverso il web, animali d’affezione, nella fattispecie cani domestici di piccola taglia (cuccioli di barboncino, Yorkshire, etc.), a prezzi estremamente convenienti; una volta pubblicato l’annuncio, gli indagati, che si spacciavano per gestori di un allevamento di cani di tali razze, venivano contattati dalle potenziali vittime; queste ultime, una volta pattuito il prezzo e visionato attraverso il web l’immagine del cucciolo acquistato on line, procedevano ad effettuare i pagamenti su conti correnti all’uopo designati, medianti appositi bonifici, ovviamente senza mai ricevere l’animale promesso ed acquistato.

Il bottino realizzato consisteva, di volta in volta, in somme di denaro ammontanti a svariate centinaia di euro, tanto da rendere altamente redditizia e remunerativa l’attività illecita posta in essere nel suo complesso.

Entrambi gli indagati, peraltro, risultavano già condannati in via definitiva per analoghe attività, poste in essere negli anni precedenti, avendo già commesso lo stesso identico tipo di attività ai danni di numerose altre persone.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti sono state svolte dalla Stazione Carabinieri di Santo Stefano di Camastra, e sono consistite nell’analisi delle transazioni bancarie, dei conti correnti e dei relativi movimenti ad essi associati nonché all’individuazione, attraverso le dichiarazioni rese dalle persone offese ed ai contatti intercorsi durante le vendite, dei soggetti che avevano realizzato tali condotte delittuose.

Tali indagini hanno consentito di formulare un quadro di gravità indiziaria a carico degli odierni indagati in ordine ai reati loro rispettivamente contestati.

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